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Cul(t)i in ascesa.

«Sai che non avrò mai una linea magra e non sarò mai una Barbie. Quindi, se è di questo che ti vuoi innamorare, vai!», intona la burrosa Meghan Trainor in All About That Bass. È l’apoteosi del lato B. Iniziata timidamente quindici anni fa con J.Lo (la prima ad assicurare il suo per 50 milioni di dollari), cresciuta con Beyoncé, glorificata dagli scandali di Rihanna ed esplosa con Kim Kardashian (i suoi belfie hanno appena raggiunto i 27 milioni di follower), oggi regala successo alle ragazze della porta accanto: la ventunenne Jen Selter, grazie al suo notevole fondoschiena, è passata da receptionist alla più famosa “fidanzatina d’America”.
Un fenomeno che ha ingrandito a dismisura la vendita di shapewear che, per accontentare l’ambizione a taglie sempre maggiori, ha amplificato l’imbottitura del 25%. Una curva crescente che arriva fino in Italia.
La chirurgia conferma: negli ultimi anni c’è stato un incremento di circa il 30% di interventi di gluteoplastica additiva (dati AICPE – Associazione italiana chirurgia plastica estetica). Più “soft” è la nuova tecnica di medicina estetica B-Up: «Si fa in day hospital e in anestesia locale, dura circa 45 minuti e prevede l’inserimento di fili di sospensione per riposizionare i tessuti rilassati verso l’alto», spiega Raoul Novelli, chirurgo plastico e medico estetico. C’è chi aspetta il ritorno di una retrologia meno esplicita e chi si gode la libertà di esibire con orgoglio i centimetri in più.