Tirar su… con i fili quelle parti del corpo che tendono a cedere.
Si tratta di una tecnica innovativa e mini invasiva per regalare al corpo nuova tonicità e pienezza. L’esperto ci spiega come funziona

Alternativa al classico lifting, per regalare qualche anno di meno o sfidare la forza di gravità risollevando quelle parti del corpo inesorabilmente condannate a “cedere”, oggi la chirurgia estetica punta tutto su metodi innovativi in grado di raggiungere il massimo risultato con la minima invasività.
Un esempio è l’utilizzo dei fili di sospensione non riassorbibili, che consentono tempi di guarigione post-operatori brevissimi (circa 15 giorni) e che rendono più facile anche ripetere l’intervento a distanza di anni. Utilizzati per il lifting al collo, per il riposizionamento di un seno “caduto” o per dare un nuovo aspetto al decolleté, oggi i fili di sospensione possono essere utilizzati persino per risollevare i glutei e ottenere un lato B invidiabile. La metodica in questione si chiama non a caso B_UP! ed è stata inventata e brevettata dal dottor Raoul Novelli, chirurgo plastico milanese.
Alla base la volontà di mettere a punto una tecnica studiata ad hoc per una parte del corpo ingiustamente sottovalutata dalla chirurgia plastica, visto che, fino ad allora, l’unica soluzione proposta era la gluteoplastica, un intervento piuttosto invasivo e non privo di rischi.

«Non è stato facile trovare una tecnica chirurgica che permettesse di sollevare i tessuti molli del gluteo, proprio per l’ampiezza dell’area da trattare», spiega Novelli.
«Per arrivare a B_Up ci sono voluti anni di calcoli matematici e geometrici: era necessario trovare una metodica che permettesse un sollevamento dall’effetto naturale, ma anche dal risultato efficace e duraturo. La prima tecnica sviluppata è stata quella dei cerchiaggi: il filo viene introdotto attraverso un’incisione di 2-3 mm passando con l’ago a cui è ancorato e, girando intorno al gluteo in diversi punti, viene poi annodato in un punto non visibile, nella parte mediale verso il coccige. Di recente ho studiato una nuova tecnica, i pilastri a inclinazione variabile. In poche parole basandomi su tonicità dei muscoli, consistenza dei tessuti e lassità cutanea riesco a calcolare l’asse ideale sul quale riposiziono il gluteo caduto, inserendo i fili in maniera personalizzata per ogni paziente», chiarisce il dottor Novelli.
E anche il rischio di rigetto è bassissimo.
«L’organismo riconosce il filo come elemento estraneo e in 15 giorni circa lo ricopre totalmente con tessuto nuovo tramite il processo di fibrosi, in tal modo il filo diventa parte integrante del corpo ed è ancor più resistente», chiarisce il chirurgo.
Pensando a un filo, però, la domanda sorge spontanea: non c’è il rischio che si possa spezzare?
«No, perché il filo viene inserito in diversi punti attorno al gluteo, suddividendo la forza che grava su di esso e riducendo al minimo il rischio che si spezzi. L’unico accorgimento richiesto è aspettare 4-6 settimane prima di riprendere l’attività fisica», risponde il nostro esperto in chirurgia plastica.
Questa metodologia è indicata per uomini e donne, dai 25 ai 75 anni, per chi ha un gluteo caduto, ma anche svuotato o piatto. «In quest’ultimo caso è possibile affiancare a B_Up anche un lipofilling, ovvero l’inserimento di grasso autologo prelevato da altre zone del corpo, che viene purificato e inserito nel polo superiore del gluteo per aumentarne il volume», conclude Raoul Novelli.